L'importanza dell' Educazione Emotiva

15.04.2020

L'importanza dell'educazione emotiva

L'educazione emotiva, o intelligenza emotiva, è la qualità umana che ci consente di controllare i diversi sentimenti che si manifestano in base alle situazioni in cui ci troviamo.

Nei primissimi mesi di vita il genitore aiuta il bambino a regolare i propri stati emotivi accogliendoli e dando una risposta adeguata alla situazione.

Un contenimento preziosissimo che permette al neonato di non essere sopraffatto dalla sensazione del momento.

Man mano che cresce, il genitore nomina l'emozione che il bambino sta vivendo e lo aiuta a dare un nome al suo sentire. Le reazioni che accompagnano l'espressione delle loro emozioni insegnano ai bambini quale sia l'effetto che hanno sugli altri e conseguentemente il rapporto e la percezione che avranno rispeeto a sè.

Noi adulti cosa possiamo fare per insegnare ai nostri bambini a vivere tutte le emozioni nel miglior modo possibile e renderli persone autentiche?

Ascoltiamo le nostre emozioni e condividiamole coi bambini con sincerità; questo non significa farli diventare i nostri confidenti, ma li possiamo rassicurare anche noi grandi abbiamo emozioni, le proviamo, abbiamo una reazione ma....questi sentimenti non sono distruttivi e se ne può parlare e affrontare insieme.

Non ci sono emozioni buone o cattive aiutare i bambini a contestualizzare le proprie emozioni, a dar loro un senso, ad associarle a ciò che realmente le ha generate canalizzare le energie delle emozioni in maniera costruttiva, per esempio la rabbia può aiutarci ad agire un cambiamento positivo in ciò che l'ha generata comprendere le emozioni senza negarle, giudicare o modificare, piuttosto far riflettere i bambini sulle conseguenze di comportamenti inadeguati generati dall'emozione.


Nella nostra società il pianto del bambino viene subito identificato come capriccio o come vizio. In realtà questi attacchi d'ira esprimono un disagio o un bisogno profondo che il bambino ha in quel momento. Queste "scenate" sono il risultato della frustrazione che esprime il piccolo nel non riuscire a fare qualcosa o nel non essere compreso. Un bambino non piange senza motivo. Il problema è che noi non comprendiamo la sua motivazione, ma c'è, sempre. Se ci troviamo di fronte a bambini difficili o capricciosi, cerchiamo la ragione del loro carattere nella vita che hanno vissuto precedentemente ( Montessori La mente del bambino pag.195) La rabbia è un sentimento che inizia ad affiorare intorno ai 2 anni, quando i bambini si sentono di difendere in questo modo i loro desideri ed interessi di fronte ad un rifiuto che scaturisce generalmente nei cosiddetti capricci. Gestire la situazione a volte è difficile ecco perché sarebbe meglio sapere come prevenirla. Ecco alcuni consigli montessoriani per gestire la rabbia e prevenire i capricci: -Maggiore autonomia e indipendenza: predisporre la casa in modo che il bambino possa svilupparsi autonomamente avendo a disposizione sempre i propri giocattoli, strumenti e libri. -Motivazione e compiti reali: proprio come gli adulti, i bambini dopo un po' si annoiano e hanno bisogno di una nuova motivazione. Si può ad esempio coinvolgerli nelle faccende domestiche per farli sentire utili. -Mettersi al loro livello: è importante comunicare con i bambini mantenendo il contatto con gli occhi e dunque "abbassandosi" al loro livello, chiamandoli per nome e parlando dei loro sentimenti e dei nostri. -Prestargli sufficiente attenzione: si intende sia in quanto a qualità che a quantità. Se abbiamo da fare in casa chiederemo al bambino di aiutarci, se abbiamo da fare fuori possiamo invece portare qualche gioco creativo. -Stabilire una routine: se il bambino conosce le attività che sono programmate le accoglierà più facilmente ed eviterà di arrabbiarsi. -Affrontare le nuove esperienze: Se c'è da affrontare una nuova situazione basta spiegare di cosa si tratta per evitare sorprese e il sopraggiungere dell'ansia. -Spiega il perché delle regole: ci sono cose sulle quali non si negozia (ad esempio sedersi e legarsi sul seggiolino auto) ma bisogna sempre spiegare al bambino con un linguaggio a lui comprensibile il perché siano così importanti. -Sottolinea gli aspetti positivi: anche quando un bambino non vuole fare una cosa si può trovare in essa il lato positivo da fargli vedere.

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