La Pedagogia della Pikler

22.05.2020

La Pedagogia della Pikler

La società attuale è caratterizzata da fretta, stimoli, esigenze, meno sicurezza e rispetto nei confronti del processo di sviluppo motorio del bambino: quando i bambini piccoli sono stesi a pancia in su, noi adulti tendiamo a posizionarli a pancia in giù; dopo aver trascorso del tempo a pancia in giù, tendiamo ad obbligarli a stare seduti; quando si siedono, vogliamo che stiano in piedi; quando sono in piedi si prova a farli camminare,...in generale, abbiamo fretta che i piccoli camminino e forziamo le posture nei passeggini, nelle culle,... questo è ciò che criticava la pediatra Emmi Pikler, la quale difendeva il diritto dei bambini di svilupparsi in base ai propri tempi.

Nata a Vienna nel 1902, Emmi Pikler si laureò in medicina nel 1927, specializzandosi in pediatria nella Clinica Pediatrica universitaria viennese. Fin da subito la Pikler fa proprio un approccio olistico alla persona e alla sua cura, attribuendo grande importanza alla costruzione di un rapporto rispettoso e significativo con il bambino.

Particolare oggetto di studio da parte della Pikler fu proprio il movimento.

Il movimento ha grande importanza in quanto costituisce il primo mezzo di comunicazione con l'ambiente e con l'altro, nonché mezzo di espressione del vissuto emotivo dei bambini.

Il movimento è per il bambino molto più che un piacere funzionale, è lo strumento e il mezzo di espressione del suo orientamento nell'ambiente, dei suoi atti intelligenti, dei suoi comportamenti sociali e dei suoi sentimenti.

Il movimento libero, basato sull'attività autonoma, favorisce nel bambino la scoperta delle sue capacità, l'apprendimento diretto a partire dalle scoperte compiute, la costruzione della propria immagine corporea.

All'adulto spetta il compito di offrire al bambino un ambiente protetto e le condizioni per la motricità libera e per l'iniziativa autonoma. Attraverso una relazione fondata sulla sicurezza affettiva e il giusto senso di protezione, egli può garantire al bambino di vivere tutto il piacere e l'allegria derivante dal movimento.

E' il bambino a realizzare il proprio sviluppo psicomotorio e possiamo solo ostacolarlo o agevolarlo: " Il bambino lasciato libero supera le varie fasi al proprio ritmo, diverso da quello di altri bambini, con sicurezza ed armonia" scrive la Pikler in Datemi tempo.


I riferimenti temporali per ciascuna delle fasi sono molto ampi, dal momento che vengono contemplate tutte le possibili differenze (sebbene, generalmente, intorno ai 16 mesi, la maggior parte dei bambini dovrebbe iniziare a camminare). FASE NEONATALE Passare da una posizione sdraiato a pancia in su a posizionarsi di lato. 3-7 mesi FASE DELLO STARE PER TERRA Fase 1. Passare da una posizione a pancia in su alla posizione sdraiato a pancia in giù. 4-8 mesi Fase 2. Passare da stare sdraiato a pancia in giù a stare sdraiato a pancia in su. 4-9 mesi Fase 3. Strisciare, gattonare. 7-13 mesi Fase 4. Gattonare. 8-16 mesi Fase 5. Sedersi. 9-16 mesi Fase 6. Mettersi in ginocchio. 10-15 mesi Fase 7. Mettersi in piedi. 12-21 mesi Fase 8. Fare i primi passi senza bisogno di aiuto. 12-21 mesi Fase 9. Camminare senza problemi. 13-21 mesi.

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