La mano organo dell'intelligenza

03.06.2019

La mano organo dell'intelligenza.

La mano è l'organo specializzato della motricità fine, ha una struttura complicata che permettere all'intelligenza di manifestarsi nel suo rapporto con l'ambiente. L'uomo "prende possesso dell'ambiente con la sua mano" e lo modifica con l'uso dell'intelligenza "compiendo così la sua missione nel gran quadro dell'universo" (M.Montessori Il segreto dell'infanzia).

Da sempre l'uomo ha capito l'importanza di questo arto, tanto che spesso viene citato nei riti, nelle cerimonie o in situazioni particolari. Quando un uomo desidera sposare una donna "chiede la sua mano"; durante la cerimonia di nozze, prima di scambiare le fedi, uniscono le mani per promettersi "Amore Eterno";

Durante la messa si da la mano per scambiarsi un segno di pace. Ponzio Pilato, invece, quando mandò a morte Gesù, si lavò poi le mani, per lavar via il senso di colpa ma anche per rafforzare la decisione presa e che, magari, non lo convinceva del tutto (oggi con la frase "me ne lavo le mani" intendiamo pulirci la coscienza).

Diciamo "ti do una mano" quando vogliamo aiutare una persona che si trova in difficoltà

"Dammi la tua mano..Vedi? Adesso tutto pesa la metà.." ( Leo Delibes).

"Mantenersi, il mio verbo preferito tenersi per mano". ( Erri De Luca).

La mano è manifestazione dell'Io interiore. Dà una grande emozione vedere un bambino che allunga la sua piccola mano verso le cose; rappresenta uno slancio verso il "mondo", è l'espressione di uno sforzo interno dettato dal desiderio di interviene sull'ambiente e modificarlo.

Spesso l'adulto ha paura di quelle mani piccoline che esplorano, tese verso oggetti delicati o pericolosi che non vuole vengano toccati e quindi dice frasi di questo tipo: " non toccare", "non muoverti", dimenticando che il bambino vede, ascolta e interagisce con le mani, cioè raccoglie dall'ambiente gli elementi necessari per la prima" costruzione mentale".

Ha bisogno di "toccare" quegli oggetti, maneggiarli e impossessarsene per esplorare l'ambiente. È un lavoro importante, con un obiettivo specifico; per raggiungerlo la mano deve essere attiva. Il bambino non si muove a caso, toccando ed esplorando disegna le coordinate necessarie per costruire il proprio pensiero, le memorizza nel suo interiore per poi utilizzarle nelle successive esperienze.

Il movimento è formativo, non è improvvisazione (non maneggia gli oggetti a caso semplicemente per spostarli, metterli in disordine e/o distruggerli...) ma spinta verso azioni che il bambino ha visto compiere nell'ambiente famigliare e sociale: spazzolare, lavare, stendere, travasare, lavarsi, pettinarsi e vestirsi.

Queste azioni non possono essere intese come "imitazione". Il bambino fa sì quello che ha visto fare, ma, a differenza dello scimpanzé (come ci è stato riferito dagli etologi che studiano il comportamento sociale degli animali) , è in grado di poterlo riproporre a distanza di tempo.

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